Non ha fatto mancare un proprio commento recente sul caso del delitto di Garlasco il giornalista Vittorio Feltri definendo il tutto “labirinto”.
Gli ultimi episodi legati al delitto di Garlasco con le rivelazioni sulla famiglia Sempio e non solo hanno portato anche Vittorio Feltri a tornare sul caso. Il giornalista, che si è sempre detto convinto dell’innocenza di Alberto Stasi, unico finito in carcere per l’omicidio Chiara Poggi, è intervenuto su Il Giornale, facendo una sorta di “punto” della situazione.

Delitto di Garlasco: Feltri e il “labirinto”
Rispondendo come di consueto ad un lettore de Il Giornale, Vittorio Feltri si è espresso nuovamente sul giallo del delitto di Garlasco sottolineando, ancora una volta, come aldilà delle novità sul caso e sulle indagini in corso, spesso ci si dimentichi che, probabilmente, un innocente, ovvero Alberto Stasi, si trovi in carcere ormai da tantissimi anni.
“Alberto Stasi non è solo il grande innocente dimenticato di questa storia. È anche un’altra vittima di questa storia di malagiustizia”, ha detto il giornalista. “Il caso di Garlasco è diventato un labirinto giudiziario indegno di un Paese civile, e la responsabilità non è del destino, ma di indagini condotte male fin dall’inizio. Se siamo ancora qui, dopo vent’anni, a cercare nuove piste e nuovi indagati, significa che la macchina giudiziaria ha fallito clamorosamente. Punto. Le inchieste non si fanno al contrario […]”.
L’unica certezza
Feltri ha quindi proseguito nel suo editoriale sottolineando quella che, a detta sua, sarebbe l’unica cosa certa di tutta questa vicenda: “Non l’ho mai nascosta, è l’innocenza totale e assoluta di Alberto Stasi. Un ragazzo straordinario, che ho conosciuto, con cui mi sento. Una persona limpida, educata, dignitosa, a cui è stata strappata la giovinezza nel momento in cui si affacciava alla vita. Un innocente con la esistenza distrutta. E, quando lo incontro, io mi sento in debito con lui, da cittadino, perché questo Stato gli ha rubato il futuro e la parte più bella dell’esistenza. E sai cosa è peggio? Che è stato condannato senza un movente, senza l’arma del delitto, senza una prova certa. Solo in nome di uno stereotipo: è sempre il fidanzato, è sempre l’uomo […]”.
Spostando poi l’attenzione sui Sempio: “[…] Un padre convinto che il figlio è innocente non corrompe nessuno, non chiede prestiti a parenti e amici, non fa girare denari che non si sa dove e a chi siano andati. Attende fiducioso che la verità venga a galla […]”. Il giornalista ha poi precisato di non puntare il dito contro nessuno ma che le sue parole abbiano un unico intento: “Specifico ancora che non sto puntando il dito contro nessuno, quello che mi interessa è che si sappia che Alberto Stasi è innocente […]”.